Donna di 59 anni. Richiede il mio intervento perché da lungo tempo soffre di un fastidioso dolore a carico del ginocchio sinistro, che limita fortemente lo svolgimento delle sue attività quotidiane.
Dopo una valutazione clinico-strumentale, pongo la diagnosi di artrosi del compartimento femoro-rotuleo di grado avanzato.
Il dolore femoro-rotuleo risulta invalidante per la mia paziente e talvolta si manifesta anche a riposo, specialmente in posizione seduta. Considero perciò ci sia indicazione al trattamento chirurgico.
Valutato il buono stato cartilagineo dei compartimenti mediale e laterale del ginocchio, propongo per lei un trattamento mininvasivo, ovvero un intervento di protesi femoro-rotulea isolata.
Nel post-operatorio, il recupero è stato molto veloce: la dimissione è avvenuta in terza giornata e dopo sole 3 settimane la paziente ha ripreso le sue attività senza dolore.
Nell’intervento di protesi femoro-rotulea isolata l’appropriatezza dell’indicazione è fondamentale per il risultato a lungo termine: l’artrosi deve essere limitata al comparto femoro-rotuleo e le restanti porzioni cartilaginee devono essere indenni.
CASO CLINICO 1: radiografia delle ginocchia in proiezione di Rosemberg (questa proiezione è fondamentale per valutare lo spazio articolare femoro-tibiale). CASO CLINICO 1: radiografia laterale del ginocchio sinistro che mostra artrosi femore-rotulea avanzata. CASO CLINICO 1: radiografia frontale del ginocchio sinistro che mostra protesi femore-rotulea. CASO CLINICO 1: radiografia laterale del ginocchio sinistro che mostra protesi femore-rotulea.