Quando è presente un quadro avanzato di artrosi a livello dell’anca o del ginocchio, per risolvere il problema potrebbe essere indicato l’intervento chirurgico di protesi articolare.
In questi casi, valuto questa soluzione insieme al mio paziente, così che egli stesso prenda parte alla decisione.
Se confermata l’indicazione chirurgica, sarà opportuno effettuare delle ulteriori valutazioni, soprattutto inerenti allo stato di salute generale del paziente.
Infatti, l’intervento di protesi è tipicamente elettivo, ovvero programmabile senza urgenza; perciò, è opportuno che venga svolto in totale sicurezza.
In collaborazione con il medico anestesista vengono quindi valutate sia le condizioni generali (stato nutrizionale, benessere generale) sia l’eventuale presenza di patologie croniche (cardiache, vascolari, metaboliche, neurologiche ecc.), per le quali possano rendersi necessarie ulteriori valutazioni specialistiche preliminari all’intervento chirurgico.
Così, il giorno del pre-ricovero, vengono eseguiti tutti gli accertamenti necessari. Tra questi, anche le radiografie dell’anca o del ginocchio, necessarie per la pianificazione digitale dell’operazione.
Inoltre, durante il colloquio con il medico anestesista, al paziente viene proposto e spiegato il tipo di anestesia più idoneo.
Generalmente si pratica l’anestesia spinale: vengono “addormentate” solo le gambe per qualche ora. In aggiunta, se il paziente desidera dormire durante l’intervento, sarà effettuata una sedazione per tutta la durata dell’operazione.
Infine, prima dell’intervento, deve essere programmata l’assistenza post-operatoria del paziente, il quale, inevitabilmente, dovrà essere assistito per le prime settimane anche durante semplici attività quotidiane come vestirsi e mettersi le scarpe.
Il ricovero ospedaliero
Il ricovero in ospedale avviene il giorno stesso dell’intervento o, in alcuni casi, il giorno precedente.
In reparto vengono effettuate la tricotomia (rasatura dei peli dell’arto) e la doccia con sapone antisettico, norme fondamentali per rispettare l’ambiente pulito della sala operatoria.
Una volta accompagnato in sala operatoria, il paziente viene rivalutato dal team medico, che confermerà:
- indicazione all’intervento,
- lato da operare,
- strumentario chirurgico,
- tecnica chirurgica,
- procedure anestesiologiche peri-operatorie.
Prima dell’intervento viene inoltre eseguita la profilassi antibiotica, necessaria per la prevenzione delle infezioni post-chirurgiche.
L’intervento chirurgico dura circa 60 minuti. Sulla ferita chirurgica viene poi applicata una medicazione avanzata; questa viene rimossa solo dopo la guarigione, a circa 15 giorni dall’intervento.
In caso di protesi di ginocchio, dopo l’operazione l’anestesista effettuerà il blocco del canale degli adduttori mediante guida ecografica. Si tratta di un’importante procedura per prevenire il dolore post-operatorio.
Vengono “addormentati” solo i rami nervosi sensitivi che innervano il ginocchio, mantenendo la possibilità di muoverlo attivamente al fine di iniziare subito il percorso riabilitativo.
Dopo l’intervento chirurgico il paziente viene riaccompagnato nella sua stanza, presso il reparto di degenza.
La prima forma di assistenza è rivolta alla gestione del dolore, alla reidratazione e al controllo della diuresi.
Il programma riabilitativo ha inizio a 4-6 ore dall’intervento, quando un fisioterapista inizierà a effettuare i primi movimenti con la nuova articolazione; a questo segue, a tolleranza, la possibilità di camminare con due stampelle, in presenza del fisioterapista e del medico.
La riabilitazione prosegue in modo intensivo nei giorni successivi, sempre sotto la guida del team fisioterapico.
L’obiettivo è quello di raggiungere velocemente un adeguato recupero funzionale, rendendo il paziente autonomo nelle proprie attività, come ad esempio salire e scendere le scale.
La gestione del dolore rappresenta un importantissimo punto dell’assistenza al paziente dopo l’intervento chirurgico. Questo è controllato in modo ottimale seguendo dei protocolli concordati con l’anestesista.
Lo schema prevede l’assunzione di determinati farmaci ad orario; in aggiunta, delle dosi rescue (ovvero “dosi extra”) possono essere somministrate dagli infermieri “al bisogno”, quindi su richiesta del paziente.
Sentire un po’ di dolore dopo l’intervento è normale, ma questo sarà tollerabile e non comprometterà la capacità di svolgere la fisioterapia.
Dopo 3-4 giorni il paziente può essere dimesso, una volta stabilito insieme il percorso riabilitativo da seguire.
È possibile proseguire la fisioterapia presso l’Unità di Riabilitazione Funzionale in regime di ricovero o, in alternativa, tornare a casa ed eseguire la fisioterapia ambulatoriale per almeno 4 volte a settimana.
Il successo dell’intervento dipende in larga misura dalla riabilitazione post-operatoria, soprattutto nei primi giorni dopo l’intervento. Seguendo infatti le corrette indicazioni, sarà possibile riprendere le normali attività quotidiane dopo poche settimane.
In cosa consiste la riabilitazione?
Dalle prime ore dopo l’intervento si viene assistiti e guidati nello svolgere gli esercizi riabilitativi, che hanno lo scopo di:
- educare il paziente a camminare correttamente con le stampelle,
- recuperare la forza muscolare e il movimento articolare,
- insegnare al paziente come eseguire in autonomia i passaggi posturali (per esempio sedersi, alzarsi dal letto, sdraiarsi).
Nel periodo di degenza, il team fisioterapico insegnerà gli esercizi da eseguire, in modo che il paziente possa ripeterli in modo semplice e autonomo anche a casa.
In alcuni casi sarà necessario proseguire il lavoro con il fisioterapista anche dopo la dimissione, con sedute meno concentrate, ma pur sempre importanti.
Quali sono i tempi di recupero?
Il recupero dopo un intervento di protesi articolare necessita di circa 6 settimane. Durante questo periodo avviene la guarigione dal trauma chirurgico e il ripristino muscolare e fisico.
È importante ricordare che ogni paziente ha tempi di recupero diversi, per questo il percorso riabilitativo deve essere personalizzato. Sarà necessario eseguire, in base alle indicazioni del team fisioterapico, gli esercizi appresi nel periodo di degenza in ospedale.
Alcuni pazienti sono in grado di camminare senza le stampelle già dopo 3 settimane, per altri sono necessarie fino a 4-6 settimane. Dopo questo periodo è possibile riprendere le proprie abitudini lavorative e domestiche.
Il completo recupero articolare invece, inteso come ripristino della forza e libertà di movimento, si ottiene dopo circa 3 mesi.
Cosa fare una volta rientrati a casa?
Il paziente dovrà continuare gli esercizi di recupero articolare: è fondamentale evitare l’eccessiva sedentarietà, mantenendo attiva la muscolatura, pur facendo attenzione ad evitare certi movimenti.
Ecco alcuni semplici accorgimenti:
- utilizzo del calza-scarpe per non doversi piegare eccessivamente,
- utilizzo di una pinza per raccogliere oggetti da terra,
- utilizzo di scarpe e pantofole chiuse,
- mantenere un’alimentazione sana ed evitare l’aumento di peso,
- evitare di sedersi su poltrone/divani troppo bassi che richiederebbero l’eccessiva flessione delle articolazioni.
Quando si può riprendere a guidare la macchina?
Alcuni pazienti sono in grado di riprendere a guidare dopo circa 3 settimane, mentre altri avranno bisogno di più tempo, dalle 4 alle 8 settimane.
L’elemento importante è il recupero della forza muscolare e dei riflessi, che devono essere completamente recuperati ad un livello pari almeno a quello pre-chirurgico (anche se successivamente nel percorso riabilitativo forza muscolare e riflessi possono raggiungere livelli persino migliori).
ATTENZIONE! È fondamentale che il guidatore non stia ancora assumendo farmaci per il controllo del dolore (per lo più analgesici oppiacei), che potrebbero compromettere le abilità di guida.
SALIRE E SCENDERE DALLA MACCHINA: si entra sedendosi dapprima con le gambe fuori dall’auto, poi si portano insieme dentro (fare la stessa manovra ma inversa per scendere dal veicolo).
Prima di riprendere a guidare, bisogna considerare che alcuni gesti possono essere difficoltosi, specialmente se i sedili dell’auto sono in una posizione molto bassa.
Due piccoli ma utili accorgimenti sono:
- traslare il sedile posteriormente per dare spazio alle gambe,
- posizionare un cuscino sul sedile in modo da sollevare il punto di appoggio del bacino.
Il team fisioterapico insegnerà al paziente come salire e scendere dalla macchina, minimizzando i rischi di cadute o lussazione (in caso di protesi d’anca).
Quando è possibile rientrare a lavoro?
Questo aspetto è particolarmente importante, specialmente nei pazienti più giovani. I tempi di guarigione, così come le necessità lavorative, sono fattori unici per ogni paziente.
In generale consiglio, per chi svolge lavori sedentari, di rientrare a lavoro dopo circa 4-6 settimane; mentre chi svolge lavori più dinamici, che comprendono attività come stare in piedi, piegarsi, sollevarsi, fare le scale frequentemente, avrà bisogno di un periodo di circa 3 mesi.
Per chi invece svolge importanti lavori manuali e di carico, sarà consigliato il cambio di mansione, per evitare di sollecitare ciclicamente la protesi.
Quando è possibile riprendere l’attività sportiva?
La ripresa dell’attività sportiva dipende in larga misura dal paziente e dal tipo di sport.
Attività come nuoto e cyclette si possono iniziare dopo 2-3 settimane; per la bici da strada invece è meglio attendere almeno dalle 6 alle 8 settimane.
Per altre attività a maggior impatto si valuterà di caso in caso per ogni paziente. Sono assolutamente sconsigliati la corsa (salvo rare eccezioni) e gli sport da contatto (per esempio calcio, basket, pallamano e rugby).
Via libera, invece, per sport come golf, sci di fondo, bicicletta, bowling e trekking.