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Gonartrosi: artrosi del ginocchio

gonartrosi

Che cos’è la gonartrosi

L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è una patologia degenerativa caratterizzata dal graduale logoramento della cartilagine di rivestimento del femore, della tibia e/o della rotula.

Questo causa l’esposizione del tessuto osseo sottostante e un aumento dell’attrito tra le superfici articolari, generando dolore e progressiva perdita del movimento.

Gonartrosi bilaterale

Gonartrosi avanzata bilaterale.

Si parla di gonartrosi primitiva (o primaria) quando questo processo si sviluppa senza un apparente motivo scatenante. In questo caso sono coinvolti per lo più i pazienti anziani.

Diversamente, la gonartrosi secondaria è la conseguenza di una specifica causa che innesca o aggrava il processo degenerativo, ad esempio:

  • traumi
  • instabilità
  • malallineamenti
  • necrosi ossee
  • malattie infiammatorie croniche (per esempio l’artrite reumatoide)
Osteonecrosi spontanea del condilo femorale mediale

Osteonecrosi spontanea del condilo femorale mediale.

Una conoscenza sempre più ampia delle diverse forme di questa malattia, fa sì che l’ambito delle forme primitive sia destinato progressivamente a restringersi a favore di quelle secondarie.

Anche per questo è importante sottolineare che l’artrosi non è una patologia esclusiva dell’anziano ma può interessare anche altre fasce d’età, come quella dei pazienti giovani-adulti.

La gonartrosi è tipicamente una malattia a lenta progressione che può condurre nel tempo ad una importante invalidità.

I sintomi clinici comuni sono:

  • dolore (ad insorgenza graduale, peggiora con l’attività fisica o durante la posizione seduta prolungata),
  • rigidità,
  • gonfiore,
  • difficoltà nel camminare (nelle fasi avanzate).
Gonalgia: il dolore al ginocchio è uno dei sintomi principali della gonartrosi

Gonalgia: il dolore al ginocchio è uno dei sintomi principali della gonartrosi.

L’intensità dei sintomi clinici varia molto da un paziente all’altro. La progressione della malattia è influenzata da fattori come il peso corporeo, il livello di attività e il morfotipo degli arti inferiori.

Il ginocchio è l’articolazione più frequentemente colpita dall’artrosi e la sua prevalenza continua a crescere con l’aumento dell’aspettativa di vita. Colpisce circa il 13% delle donne e il 10% degli uomini dopo i 60 anni, ma tra gli over 70 la prevalenza sale al 40%.

Come funziona il ginocchio: anatomia e meccanica

Il ginocchio è un’articolazione complessa, la più grande del corpo umano, ed è formata da tre componenti ossee principali: il femore, la tibia e la rotula. Queste sono tenute insieme dai legamenti (crociati e collaterali) e sono avvolte da una capsula articolare.

La parte distale del femore è rivestita da cartilagine articolare ed è composta da due condili (uno mediale e uno laterale) e da una troclea; il piatto della tibia è a sua volta costituito da due piatti (mediale e laterale), a loro volta rivestiti da cartilagine.

I condili del femore scorrono liberamente e senza attrito sulla tibia durante i movimenti del ginocchio. La rotula è invece un osso a sé stante, il cui lavoro fondamentale è quello di scivolare sulla troclea del femore ottimizzando il lavoro del muscolo quadricipite.

Anatomia del ginocchio (illustrazione 3D)

Anatomia del ginocchio: visione frontale (illustrazione 3D).

Si evince che il ginocchio non è un’articolazione unica come l’anca o la spalla, ma è divisa in tre compartimenti: uno femoro-rotuleo e due femoro-tibiali (mediale e laterale). Questi lavorano sinergicamente, ma con anatomia e meccanica differenti.

I legamenti crociati e collaterali orchestrano i movimenti del ginocchio, fornendo stabilità all’articolazione e “orientando” il movimento reciproco tra femore e tibia.

Ciò è possibile grazie all’azione dei potenti gruppi muscolari della coscia, come il quadricipite femorale e i muscoli flessori. Essi costituiscono anche degli importanti mezzi di stabilizzazione dell’articolazione.

Tra le superfici contrapposte del femore e della tibia ci sono poi i menischi, che costituiscono dei veri e propri ammortizzatori. Il loro compito è quello di distribuire le forze di carico su tutta la superficie articolare, evitando sovraccarichi localizzati.

Anatomia del ginocchio: visione laterale (illustrazione 3D)

Anatomia del ginocchio: visione laterale (illustrazione 3D).

Gli ultimi elementi che fanno parte del ginocchio sono la membrana sinoviale e il liquido da essa prodotto, detto appunto liquido sinoviale. Questo svolge un’azione di nutrimento e lubrificazione delle superfici cartilaginee, che devono essere in grado di scorrere reciprocamente senza attriti.

La membrana sinoviale può assumere una rilevanza importante in alcune malattie sistemiche, come l’artrite reumatoide. In questo caso la sua infiammazione stimola la produzione di sostanze che causano dolore al ginocchio ed evoluzione artrosica.

Cosa causa il dolore al ginocchio?

Una delle più comuni cause di dolore e perdita di mobilità a carico del ginocchio è il logoramento progressivo dello strato di cartilagine articolare.

Quando questo accade, le superfici ossee di femore e tibia sfregano l’una sull’altra, generando appunto dolore. Questo si può associare anche a versamento di liquido all’interno dell’articolazione, quindi gonfiore.

Il dolore aumenta con la flessione ai massimi gradi e il carico, ed è in genere ben localizzato.

Artrosi del ginocchio: le alterazioni responsabili della sintomatologia dolorosa

Artrosi del ginocchio: le alterazioni responsabili della sintomatologia dolorosa.

Non di rado compare la fastidiosa cisti di Baker, che causa una sensazione di tensione o pressione a livello della zona posteriore del ginocchio.

Nelle fasi avanzate, con la progressione della patologia, l’usura asimmetrica dell’articolazione  determina un mal-allineamento in varo o in valgo.

Questo contribuisce a peggiorare il dolore e l’instabilità articolare, portando ad una progressiva difficoltà deambulatoria.

Artrosi del ginocchio: come si instaura il danno articolare?

L’artrosi del ginocchio è un problema sostanzialmente meccanico, ovvero correlato con il movimento e con un incremento degli stress in gioco a livello articolare.

L’origine è da imputare a due fattori principali:

  • anomala conformazione anatomica (su base ereditaria o acquisita)
  • eccesso di carico (come accade dopo un infortunio o nei pazienti in sovrappeso)

Queste condizioni possono causare nel tempo eccessive sollecitazioni articolari, che danno origine al logoramento cartilagineo. Di seguito alcuni esempi significativi.

Una lesione del menisco causa un’alterazione della meccanica articolare, sottoponendo il ginocchio ad alto rischio di sviluppare artrosi nel corso degli anni successivi.

Il menisco lavora come una guarnizione, che incrementa la stabilità articolare tra il femore e la tibia e distribuisce i carichi in modo uniforme.

Se il menisco è intatto, gli stress focali sono mantenuti a livelli molto bassi.  Diversamente, in caso di una sua lesione, si sviluppano stress eccessivi sulla cartilagine e il rischio di sviluppare artrosi negli anni successivi è aumentato.

Artroscopia del ginocchio: intervento di meniscectomia

Artroscopia del ginocchio: intervento di meniscectomia (asportazione del menisco).

Un discorso analogo è rappresentato dalla lesione del legamento crociato anteriore. Anche in questo caso si genera un’alterazione della meccanica articolare, da imputare all’instabilità del ginocchio.

L’ultimo elemento da annoverare, ma non il meno importante, è il sovraccarico occupazionale.

Il reiterarsi nel tempo di determinati stress a carico delle ginocchia, dovuti a una specifica attività lavorativa, possono essere causa di logoramento. È l’esempio di agricoltori, operai o di chi svolge lavori in cui si deve continuamente salire e scendere da diverse altezze.

Illustrazione schematica della genesi del danno articolare nella gonartrosi

Illustrazione schematica della genesi del danno articolare nella gonartrosi.

Riassumendo, abbiamo visto che diversi fattori meccanici causano un sovraccarico all’interno del ginocchio e possono innescare il danno articolare.

È quindi sbagliato attribuire la degenerazione cartilaginea ad un’unica causa. L’artrosi è quasi sempre il risultato dell’interazione di differenti fattori, di cui l’età rappresenta sempre uno degli elementi principali.

Infatti, dopo i 50 anni è frequente riscontrare delle iniziali alterazioni degenerative a carico del ginocchio. Di conseguenza il fattore età, combinato con quelli specificati sopra, rappresenta una bomba ad orologeria per lo sviluppo di artrosi.

Un ultimo elemento deve ancora essere menzionato: l’allineamento dell’arto inferiore. In che modo influisce sull’artrosi del ginocchio?

Vediamo!

Allineamento dell’arto inferiore: causa o conseguenza del problema?

L’allineamento dell’arto inferiore è una misura angolare che esprime fedelmente la distribuzione dei carichi all’interno del ginocchio. Si tratta quindi di un importante fattore imputato nello sviluppo di artrosi.

Il modo migliore per descrivere questa misura è rappresentato dall’angolo anca-ginocchio-caviglia: il vertice è il centro dell’articolazione del ginocchio e le semirette sono gli assi meccanici del femore e della tibia.

Quando questo angolo ha un valore di 180° si parla di allineamento neutro, mentre se differisce da questo valore si parla di mal-allineamento.

È quello che succede nel ginocchio varo e nel ginocchio valgo

Diversi tipi di allineamento degli arti inferiori

Diversi tipi di allineamento degli arti inferiori.

Nel varo si ha un valore inferiore a 180° (in stazione eretta le due ginocchia sono distanti l’una dall’altra, ovvero le gambe sono “a parentesi”); nel valgo si ha un valore superiore a 180° (le due ginocchia in stazione eretta convergono, ovvero le gambe sono “a X”).

Un ginocchio mal-allineato (per causa costituzionale o acquisita) contiene i due principali fattori capaci di alterare la meccanica articolare: l’anomala conformazione anatomica e l’eccesso di carico.

Un lieve mal-allineamento in varo è molto frequente nella popolazione generale, coinvolgendo oltre il 30% della popolazione maschile e il 20% di quella femminile. Si parla in questi casi di morfotipo varo costituzionale.

Deformità in varo delle gambe

Deformità in varo delle gambe.

Il mal-allineamento può causare un aumento degli stress intorno ad un’area definita di cartilagine, che sarà quindi sottoposta a usura.

Tale usura della cartilagine è spesso asimmetrica, pertanto risulta essere preponderante in uno dei due compartimenti: quello interno (più di frequente) o quello esterno.

Di conseguenza, nel ginocchio lo sviluppo di artrosi è quasi sempre accompagnato dallo sviluppo di mal-allineamento in varo o in valgo.

Gonartrosi mediale bilaterale: usura asimmetrica dei compartimenti

Gonartrosi mediale bilaterale: usura asimmetrica dei compartimenti.

Il mal-allineamento causa un circolo vizioso di danno articolare: il compartimento ristretto, ovvero quello usurato, è soggetto ad aumentato carico. Questo conduce a sua volta ad ulteriore danno cartilagineo.

A causa del degradamento progressivo della cartilagine, all’interno dell’articolazione si formano dei detriti. Questi vengono assorbiti dalla membrana sinoviale, che va incontro ad un processo infiammatorio con produzione di liquido articolare in eccesso.

In aggiunta, sotto lo strato di cartilagine danneggiata, l’osso (osso subcondrale) va in contro ad un processo di rimodellamento, a causa del quale il mal-allineamento diviene via via più grave. Si instaura così un circolo vizioso.

Ginocchio varo artrosico bilaterale

Ginocchio varo artrosico bilaterale.

La terapia dell’artrosi di ginocchio

Esistono diversi mezzi per curare l’artrosi di ginocchio, ma prima di optare per un determinato tipo di trattamento, è sempre opportuno “capire” il paziente che ho di fronte.

Questo significa non solo valutare il grado di compromissione del suo ginocchio, ma anche valutare i seguenti aspetti:

  • fattori di rischio (età, pregressi traumi, familiarità),
  • morfotipo,
  • eventuali comorbidità,
  • livello di attività,
  • aspettative di trattamento.

Solo in questo modo sarà possibile una gestione personalizzata per ogni paziente.

È inoltre mia premura valutare di caso in caso le eventuali strategie per prevenire l’evoluzione in artrosi avanzata o, quando appropriato, l’utilizzo di cure rigenerative per la cartilagine

In via del tutto generica si può affermare che le forme iniziali di artrosi del ginocchio trovino giovamento dalle infiltrazioni intrarticolari con acido ialuronico (viscosupplementazione), terapia di competenza prettamente specialistica.

La finalità è quella di risolvere il dolore, migliorare la lubrificazione articolare e il trofismo della cartilagine.

Infiltrazione intrarticolare del ginocchio con concentrato piastrinico

Infiltrazione intrarticolare del ginocchio.

Le infiltrazioni intrarticolari con cortisone, da non confondere con la viscosupplementazione, sono invece un efficace strumento per risolvere rapidamente un quadro infiammatorio acuto (che a volte può associarsi a una sottostante artrosi del ginocchio).

Il cortisone deve tuttavia essere utilizzato con cautela, perché potrebbe danneggiare strutture nobili del ginocchio come legamenti, menischi e cartilagini.

Queste infatti devono essere preservate, specialmente se un paziente è anche candidabile a una procedura mininvasiva come la protesi monocompartimentale. Infatti, questo intervento preserva i compartimenti del ginocchio non coinvolti dalla patologia artrosica.

La terapia farmacologica invece è essenzialmente palliativa, ha cioè solo lo scopo di alleviare il dolore. Dovrebbe essere effettuata “a cicli”, ovvero in modo non continuativo, poiché si utilizzano per lo più dei farmaci antinfiammatori, lesivi per lo stomaco.

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica è efficace nel controllare i sintomi nelle fasi non avanzate della patologia.

Al contrario, le terapie fisiche come il laser, gli ultrasuoni o l’elettroforesi risultano poco efficaci, specie nelle fasi più avanzate, quando l’usura del mantello cartilagineo è superiore al 50-60 % del suo spessore; nei casi in cui il danno della cartilagine si associ ad infiammazione dell’osso subcondrale, trova però indicazione la magnetoterapia.

Nei soggetti sovrappeso il calo ponderale può rallentare l’evoluzione del danno cartilagineo.

Inoltre, un moderato e regolare esercizio fisico in assenza di carico (come il nuoto o la bicicletta) permette di conservare la mobilità e la forza muscolare, evitando la comparsa di rigidità, che inevitabilmente si presenterebbe con la progressione dell’artrosi.

Le attività fisiche in carico come corsa e sport da contatto sono invece da evitare, perché potrebbero peggiorare l’evoluzione del danno cartilagineo.

Per tutti i casi di artrosi avanzata che non rispondono alle cure conservative sopra descritte è invece indicato l’intervento di protesi del ginocchio.

A tal proposito, esistono due tipi principali di intervento: le protesi totali e le protesi monocompartimentali.

Le prime sono utilizzare in caso di grave danno e rigidità, le ultime vengono utilizzate nella maggior parte dei casi, ovvero in caso di artrosi limitata ad un solo compartimento del ginocchio.

Protesi totale ginocchio destro e protesi monocompartimentale ginocchio sinistro, teleradiografia degli arti

Protesi totale ginocchio destro e protesi monocompartimentale ginocchio sinistro, teleradiografia degli arti.

Spero di aver spiegato in modo chiaro che cos’è l’artrosi del ginocchio e quali sono i fattori che possono condurre allo sviluppo di questa patologia.

Contattami per avere maggiori informazioni o fissa direttamente un appuntamento se soffri di dolore al ginocchio! Valuteremo insieme come risolvere il tuo problema.

 Ti consiglio inoltre di visitare la pagina dedicata all’artrosi iniziale del ginocchio, potrai capire molto sull’origine del tuo dolore!

 

Protesi totale del ginocchio: clicca sull’immagine per scoprire cos’è e come funziona.
Protesi monocompartimentale del ginocchio: clicca sull’immagine per scoprire cos’è e come funziona.

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