Cos’è la protesi monocompartimentale del ginocchio
La protesi monocompartimentale del ginocchio è un trattamento chirurgico mininvasivo per l’artrosi del ginocchio.
Consiste nell’impianto di una piccola componente protesica. Questa costituisce il rivestimento della sola parte danneggiata dell’articolazione, con il vantaggio di mantenere intatti i legamenti crociati e le zone del ginocchio non coinvolte dalla patologia.
Prima di parlare nello specifico di protesi monocompartimentale, è necessario ricordare alcuni concetti di anatomia e le cause che portano al danneggiamento della cartilagine articolare del ginocchio.
Anatomia del ginocchio
Il ginocchio non è un’articolazione unica come la spalla o l’anca, ma è divisa in 3 compartimenti:
- 1 femoro-rotuleo, formato dalla rotula e dalla parte anteriore del femore, chiamata troclea,
- 2 femoro-tibiali (mediale e laterale) formati dalla superficie inferiore del femore e quella superiore della tibia.
Queste strutture lavorano sinergicamente, orchestrate dal lavoro dei legamenti crociati, ma presentano anatomia e biomeccanica differenti.
La conoscenza delle loro peculiarità è fondamentale per capire la patologia che conduce al danno della cartilagine articolare.
Quando si ammala solo 1 dei 3 compartimenti che compongono il ginocchio, impiantare una protesi totale è eccessivo. Si sacrifica parecchio osso e si sezionano i legamenti crociati, anche se questi non risultano interessati dal processo degenerativo.
Al contrario, con la protesi monocompartimentale queste strutture vengono preservate, soprattutto l’apparato legamentoso centrale, costituito dai due legamenti crociati (anteriore e posteriore), il vero fulcro della biomeccanica del ginocchio.
L’artrosi del ginocchio può verificarsi in uno qualsiasi dei tre compartimenti che compongono questa articolazione.
Quello più frequentemente coinvolto è il comparto interno (artrosi del comparto mediale); meno frequentemente sono coinvolti il comparto esterno o quello femoro-rotuleo.
Questa differenza deriva dal fatto che nella maggior parte dei pazienti i carichi si concentrano nella parte interna del ginocchio. Questo fatto non è casuale, ma è dovuto all’allineamento globale degli arti inferiori.
Il ginocchio varo
Molte persone NON presentano un allineamento neutro delle gambe. Infatti, circa 1/3 della popolazione presenta un morfotipo varo costituzionale.
Di cosa si tratta? Si tratta di una conformazione in varismo delle gambe (ovvero le cosiddette gambe “a parentesi”), generalmente presente in un individuo sin dalla fine della fase di crescita.
I pazienti che presentano un allineamento di questo tipo sono predisposti ad un aumento delle sollecitazioni in una zona ben definita del ginocchio, quella mediale.
Questa alterazione morfologica può essere la causa di una patologia da sovraccarico, che con il tempo conduce allo sviluppo di un’artrosi del compartimento mediale del ginocchio.
Un ragionamento speculare può essere fatto per l’artrosi del comparto laterale nel ginocchio valgo (ovvero le cosiddette gambe “a X”). Questa, tuttavia, è meno frequente e si verifica in circa il 10% dei casi di artrosi del ginocchio.
L’intervento chirurgico: quando scegliere una protesi monocompartimentale
La regola fondamentale per poter impiantare una protesi monocompartimentale è la seguente: l’artrosi deve essere limitata ad uno solo dei tre compartimenti del ginocchio.
Inoltre, i legamenti crociati devono essere integri e la deformità angolare della gamba dovuta all’usura della cartilagine deve essere inferiore a 15°.
La selezione accurata del paziente è la chiave del successo per questo tipo di chirurgia. Al contrario, un’indicazione sbagliata porterà inevitabilmente ad un risultato insoddisfacente.
Per pianificare l’intervento sono necessarie le seguenti radiografie del ginocchio:
- Proiezione di Rosemberg: qui viene valutata l’inclinazione del piano articolare da riprodurre durante l’operazione.
- Radiografie degli arti inferiori in carico (teleradiografie): qui si calcola l’asse meccanico dell’arto inferiore, al fine di stabilire il grado di correzione da ottenere con la protesi.
- Proiezione laterale del ginocchio: qui vengono definiti i parametri geometrici del ginocchio, come l’inclinazione sagittale della superficie tibiale.
Perché una protesi monocompartimentale per il ginocchio?
Oggigiorno quando si parla di artrosi e chirurgia protesica in ortopedia, non si può non parlare di chirurgia mininvasiva e “piccoli impianti”, come le protesi monocompartimentali.
Il principio che guida questa tecnica è la conservazione dei tessuti, ovvero la cura del ginocchio artrosico preservando le strutture sane.
Questo rappresenta un vantaggio indiscusso (con la protesi monocompartimentale gran parte del ginocchio nativo rimane intatto), consentendo al paziente di riavere, dopo l’intervento, la percezione di un ginocchio normale.
I pazienti con l’artrosi del ginocchio sono progressivamente cambiati nel corso degli ultimi anni. Sono generalmente più giovani, più informati, più sensibili al dolore, talvolta sportivi e con maggiori richieste funzionali rispetto al passato.
Questo si traduce anche in un cambiamento dei quadri di artrosi del ginocchio. Si vedono sempre meno ginocchia diffusamente rovinate da processi artrosici primitivi, a vantaggio di artrosi compartimentali, confinate cioè ad un’unica porzione articolare.
Questi ultimi quadri sono in molti casi il risultato di pregressi infortuni sportivi, precedenti interventi chirurgici sul menisco, fratture o sovraccarichi articolari prolungati nel corso del tempo, come accade nel ginocchio varo costituzionale.
Quali sono gli obiettivi di una protesi monocompartimentale di ginocchio?
Gli obiettivi di un intervento di protesi monocompartimentale sono:
- sostituzione delle porzioni ossee e cartilaginee danneggiate con una componente protesica, con ripristino dell’anatomia originaria del compartimento; di conseguenza il ginocchio si muove liberamente senza attrito, quindi senza dolore,
- recupero della giusta tensione dei legamenti del ginocchio lungo tutto l’arco di movimento, dalla flessione all’estensione, che fornisce all’articolazione la giusta stabilità,
- correzione dell’asse della gamba.
L’artrosi del ginocchio causa una perdita asimmetrica (il più delle volte nel compartimento mediale) dello spessore cartilagineo. Questo causa la formazione di un gap con conseguente e progressivo mal-allineamento dell’arto.
Se il compartimento danneggiato è quello interno il mal-allineamento è caratterizzato da un varismo della gamba; diversamente se è coinvolto dalla patologia il compartimento esterno si ha una mal-allineamento in valgismo.
Il gap generato dall’artrosi viene colmato con l’inserimento della piccola componente protesica, il cui spessore viene determinato in funzione dell’entità della deformità angolare (in varismo o valgismo) che si deve correggere.
L’obiettivo è quello di riportare l’asse dell’arto in una posizione vicina alla neutralità.
Protesi monocompartimentale di ginocchio: una soluzione mininvasiva
In molti casi, ancora oggi, nei quadri di artrosi monocompartimentale del ginocchio vengono utilizzate le protesi totali.
Queste sacrificano molte strutture articolari anche se intatte, dal legamento crociato anteriore (e spesso anche quello posteriore) alla porzione di cartilagine del ginocchio non coinvolta dai processi degenerativi.
La chirurgia protesica monocompartimentale invece preserva tutto questo, insieme a i due legamenti crociati, che sono il fulcro della biomeccanica articolare.
Il risultato è, il più delle volte, il ripristino di una cinematica articolare molto simile a quella di un ginocchio sano, in cui i legamenti crociati coordinano il movimento reciproco delle superfici del femore e della tibia, come quando si cammina o si muove il ginocchio.
La protesi monocompartimentale è una soluzione mininvasiva per l’artrosi del ginocchio e come tale offre molti vantaggi.
Questi comprendono:
- ridotta incisione chirurgica sulla pelle,
- ridotta perdita ematica durante l’intervento (il rischio di trasfusione di sangue dopo l’operazione è pressoché nullo),
- minor dolore post-operatorio,
- minor rischio di infezione,
- migliore e più rapida ripresa funzionale,
- tempi chirurgici e degenza in ospedale ridotti rispetto alle tecniche tradizionali.
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